Il 31 marzo 2025, l’ Assemblea ordinaria dei partecipanti al capitale della Banca d’ Italia ha approvato il bilancio relativo all’ esercizio 2024.
Per inciso, lo Stato italiano è presente nel capitale di Bankitalia con una quota minoritaria pari al 6% per il tramite di Inps ed Inail; mentre la quota di maggioranza del 94% è detenuta da soggetti privati ( banche commerciali, fondazioni bancarie, compagnie assicurative, fondi pensione).
Come già accaduto anche nell’ anno precedente, detto bilancio ha consuntivato una perdita lorda pari ad euro 7.319/mln ( euro 7.124/mln nel 2023), sostanzialmente determinata dall’ aumento dei tassi che sia nel 2023, sia nel 2024, ha comportato un incremento degli interessi passivi che Bankitalia ha dovuto corrispondere a fronte dei depositi delle banche commerciali. Infatti, il margine di interesse ( differenza tra interessi attivi e passivi), positivo per euro 5.787/mln nel 2022, quando i tassi erano più bassi, è diventato negativo per euro 5.675/mln ed euro 5.306/mln, nel 2023 e 2024 rispettivamente, quando BCE ha deciso di alzare i tassi.
A fronte di queste perdite, Bankitalia ha utilizzato parte degli accantonamenti ai fondi rischi, euro 5.800/mln per il 2024, che, unitamente al recupero fiscale sull’ IRAP per euro 2.363/mln , ha consentito di chiudere con un utile finale di euro 844/mln.
Tale utile è stato distribuito: - per euro 200/mln ai soci partecipanti; che, peraltro, riceveranno una ulteriore quota di euro 140/mln proveniente da un fondo speciale, portando a complessivi euro 340/mln le somme che i soggetti prevalentemente privati incasseranno per l’ esercizio 2024; - per euro 644/mln allo Stato italiano. In tal modo, lo Stato ed i cittadini italiani dovrebbero sentirsi soddisfatti, atteso che , nonostante la perdita lorda, Bankitalia è riuscita a contabilizzare e distribuire un utile anche allo Stato: ma è cosi? C’è veramente da rallegrarsi? Vediamo.