Monsignor Carlo Maria Viganò con un suo video pubblico di questi giorni, divulgato attraverso qualche canale della cosiddetta controinformazione, è ritornato sulla questione della sede impedita di Benedetto XVI e sulla divisione tra “Munus” e “Ministerium” che in questi ultimi anni ha aperto un importante dibattito che vede coinvolti sia tanti cattolici, nelle loro varie divisioni, che laici. Per questa ragione tale tematica non la si può liquidare affatto come una teoria di qualche strampalato personaggio, come mirano a far passare il giornalista Andrea Cionci con la sua inchiesta “Codice Ratzinger”, quindi la questione è viva più che mai e meritevole di un adeguato approfondimento.
Premetto che non ho nessun pregiudizio nei confronti di Monsignor Viganò tanto che ho riportato da sempre numerosissimi suoi interventi nei miei libri e articoli e in questo caso ho cercato di analizzare il suo nuovo intervento con attenzione e discernimento, però alcune cose non mi tornano.
É verissimo quanto ha affermato Viganò, cioè che la situazione creata con Bergoglio (il falso papa) e Benedetto XVI ( il vero Papa) ha generato una forte divisione tra i prelati come anche tra i fedeli che torna sempre utile, comunque sia ai globalisti luciferini e al divisore per eccellenza, cioè il diavolo secondo il classico schema del “Divide et Impera”, come è ulteriormente vero quando parla del processo rivoluzionario infinito che passa anche attraverso la formula “tesi, antitesi e sintesi” per alimentare continui cambiamenti “gattopardiani”.
Nel suo intervento ha affermato che tutto questo “...rientra in quell'operazione di polarizzazione forzata che abbiamo visto adottata anche nella sfera civile, dove un analogo processo eversivo è stato condotto a termine, favorendo da una parte le forze progressiste e dall'altra tenendo buone le voci del dissenso. In realtà Ratzinger e Bergoglio, costituiscono due momenti di un processo rivoluzionario che contempla fasi alterne e solo apparentemente contrapposte, seguendo la dialettica hegeliana tesi, antitesi e sintesi...”, alimentando di fatto un processo infinito che durerà finché dominerà la “Deep Church”. Se su tali questioni condivido pienamente quanto dichiara, bisogna però chiarire che neanche lui, in questo caso, ha le prove che Benedetto XVI abbia agito scientemente per attuare un doppio papato, infatti ha sempre detto che “Il Papa è uno solo”, quindi questa accusa contrasta apertamente con la sua affermazione ... come la mettiamo?
Infatti è lo stesso Monsignor Viganò che sempre nel suo intervento dice: “ Non sappiamo con certezza se la soluzione teorizzata con Rahner dal giovane Ratzinger fosse ancora contemplata dall'anziano pontefice (si riferisce al doppio papato N.D.A), nè se il papato emerito sia stato riesumato da chi voleva tenere Benedetto XVI in Vaticano anche avvalendosi delle pressioni esterne sulla Santa Sede che si erano concretizzate con la sospensione del Vaticano dal sistema SWIFT, ripristinatosi subito dopo l'annuncio della rinuncia”.
Infatti, quanto avete appena letto rimane sempre un punto focale che denuncio da anni attraverso i miei scritti ed interventi pubblici . Benedetto XVI fu destituito semplicemente perché con il suo operato non andava bene al progetto globalista del NWO e l'esclusione dal circuito SWIFT della banca vaticana ne è una prova effettiva, guarda caso ripristinata subito dopo le sue “ false dimissioni”. Fu un vero e proprio golpe avvenuto in vaticano in scia con le primavere arabe. Fatto documentato anche attraverso le mail rese pubbliche da wikileaks tra Hillary Clinton e John Podesta, dove parlavano della sostituzione di Benedetto XVI con un altro Papa più affine ai progetti globalisti. Tanto è vero che subito dopo entrò in ballo l'operato della mafia di San Gallo che lavorava già da anni, sin dal 2005, per far eleggere Bergoglio al soglio di Pietro. Benedetto XVI era troppo vicino al cristianesimo ortodosso russo, era contro l'immigrazione selvaggia orchestrata dai globalisti in stile Kalergi, non era certo un relativista e aveva ripristinato la messa tradizionale di rito tridentino, tutte cose che non andavano bene ai globalisti... questi sono fatti!
In questo ulteriore passaggio, Monsignor Viganò, ribadisce nuovamente la questione del doppio papato, facendo cadere la volontà decisionale su Benedetto XVI sulla base del suo pensiero filosofico “...Tesi del papato, sono Papa, in conflitto con l'antitesi della rinuncia, non sono più Papa, risulta un concetto in continuo divenire, come il divenire è l'assoluto per Hegel, la sintesi del papato emerito, sono ancora Papa ma non faccio più il Papa. Non si trascuri questo pensiero filosofico di Joseph Ratzinger che è ricorrente. La sintesi è di per sé provvisoria in vista di una sua mutazione in 'tesi' a cui si contrapporrà una nuova antitesi che darà luogo ad una ulteriore sintesi (in un processo rivoluzionario infinito NDA)...”, però anche in questo caso è bene ricordare nuovamente che Benedetto XVI ha sempre detto che c'è un solo Papa, quindi questa accusa è priva di fondamento logico.
Di seguito Monsignor Vigano entra nel merito della questione tra Munus e Ministerium: “Il prof. Enrico Maria Radaelli ha evidenziato nei suoi approfonditi studi che questa arbitraria bipartizione del mandato petrino tra Munus e Ministerium, rende invalida la rinuncia, dal momento che il mandato petrino non può essere scomposto in Munus e Ministerium essendo esso una potestas che Cristo Re pontefice conferisce a colui che è stato eletto per essere Vescovo di Roma e successore di Pietro. La negazione di Ratzinger nella citata lettera (corrispondenza avvenuta fra Mons. Nicola Bux e Papa Benedetto XVI...NDA) di non aver voluto scindere Munus e Ministerium è in contraddizione con l'ammissione dello stesso Benedetto XVI di aver impostato il papato emerito sul modello dell'episcopato emerito che appunto si basa su questa impossibile scissione tra essere e fare il Papa, tra essere e fare il vescovo. L'assurdo di questa divisione è evidente se fosse possibile possedere il Munus senza esercitare il Ministerium dovrebbe essere parimenti possibile esercitare il Ministerium senza possedere il Munus, ossia svolgere le funzioni di Papa senza esserlo...”
Condividendo quanto ha affermato Viganò, cioè che Munus e Ministerium non sono divisibili, non è molto più semplice pensare che Bergoglio stia svolgendo il ruolo di Papa senza esserlo, visto che non possedendo il Munus e non essendo ispirato dalla Forza dello Spirito Santo è effettivamente un antipapa che lo rende eretico nel suo operato?
Di conseguenza, Benedetto XVI, finché era in vita era il possessore del Munus e quindi il vero Papa, e per tale ragione, a questo punto, non è più semplice pensare che non ha più potuto svolgere il suo ruolo di Papa semplicemente perché era stato collocato in sede impedita, cioè imprigionato e controllato da quella Deep Church denunciata dallo stesso Mosignor Viganò?
Sono sicuro che le risposte a queste mie ultime domande finali arriveranno molto presto semplicemente perché stiamo vivendo i tempi dello svelamento. Stanno cadendo tutte le maschere e il male si sta svelando per quello che è.
Cosimo Massaro
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