lunedì 12 febbraio 2024

LA RIVOLTA DEI TRATTORI

Articolo di Cosimo Massaro.

Con questa ulteriore dimostrazione di malessere da parte del mondo agricolo e di tanti allevatori, ci troviamo nuovamente davanti ad una manifestazione solo di un ulteriore sintomo di un male profondo che risiede nelle origini della “Dittatura Europea” (titolo di un libro della professoressa Ida Magli) e alle sue folli politiche in linea con i punti programmatici dell'agenda globalista.

Oltre alle assurdità perseguite dal programma politico ambientale europeo rappresentato dal Green Deal che dovrebbe mirare, secondo i loro buoni propositi a “...migliorare il benessere delle persone. Rendere l’Europa climaticamente neutra e proteggere il nostro habitat naturale farà bene alle persone, al pianeta e all’economia. Nessuno sarà lasciato indietro”. Di fatto però rimangono solo belle parole come quelle riportate nello stesso documento anche da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea quando scrive “Il Green Deal europeo è la nostra nuova strategia per la crescita. Ci consentirà di ridurre le emissioni e di creare posti di lavoro.”.

Purtroppo però sono solo specchietti per le allodole per i più ingenui che credono in queste istituzioni create dal potere usurocratico. Come possono parlare di ambientalismo quando impongono limiti agli agricoltori europei, impedendo loro di utilizzare determinati fitofarmaci e diserbanti con la scusa dell'inquinamento e poi permettono l'importazione di alimenti provenienti da altre parti del mondo dove questi vengono utilizzati? Assurdo! E se pensiamo che viene permessa anche l'entrata in Europa di tali prodotti alimentari con un basso costo e senza l'applicazione di dazi, è naturale che tutto ciò distrugge l'economia agricola europea e questo lo capirebbe anche un bambino.

Oltre alla distruzione di tutto il comparto agricolo alimentare portato avanti dalle assurde politiche ambientali europee, che mirano ad imporre dall'alto anche un'alimentazione malsana e non in linea con la nostra cultura come ad esempio l'utilizzo di insetti e cibo sintetico, vi sono quelle motivazioni dovute all'assurdo aumento dei costi del carburante causati dalle varie guerre in corso e allo strapotere delle multinazionali padroni ormai di semi, piante e frutti.

C'è anche da considerare che tutto ciò è il risultato di quella politica guerrafondaia contro la Russia a partire dalle sanzioni che in pratica hanno portato più danni economici agli europei anziché a Putin. L'Europa, per sostenere l'Ucraina nel conflitto, sta anche contribuendo a finanziare la sua economia tramite l'acquisto delle sue materie prime, e tale verità, la possiamo acquisire tramite un'affermazione del presidente Vladimr Putin avvenuta nel corso del Forum economico orientale quando dice che “Escludendo la Turchia come mediatore, praticamente tutto il grano che lascia l'Ucraina non va nei Paesi più poveri, ma in Europa. Solo 2 navi su 87 vanno nei Paesi in via di sviluppo, 60mila tonnellate su 2 milioni”.

In pratica l'Europa sta importando dall'Ucraina molto più grano e mais rispetto agli anni precedenti mettendo in crisi tutta quella produzione interna, costringendo di fatto i produttori europei ad abbattere sempre più il loro prezzo fino al punto tale da non avere più margini di guadagno. Come sempre, quando non esiste più nessuna regolamentazione del commercio, domina la mano invisibile del dio mercato che gestisce il tutto senza nessun rispetto per le economie nazionali e per la giusta redistribuzione delle merci con i Paesi più poveri.

Se questa volta i “trattori ribelli” riusciranno a non farsi infiltrare, come sempre accade in tutti i movimenti spontanei, hanno dalla loro parte pure il sostegno di quasi tutta la popolazione, un fatto sicuramente molto preoccupante anche per il potere. Alla fine dei conti, comunque sia, quanto sta accadendo è solo il risultato di un implosione generale di tutto quell'Occidente dominato dai globalisti  che, come ribadisco sempre, sta ormai alle sue battute finali.

1 commento:

  1. Io spero solo che i trattorista rimangano fermi nelle loro richieste. Se si faranno abbindolare da parole senza fatti immediati allora sarà stato tutto inutile e dovranno chiudere le loro aziende fra non molto.

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