Articolo di Cosimo Massaro
Quando succedono questi terribili crimini, mi riferisco al recente caso dell'omicidio di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta, è inevitabile ci sia un colpevole, tuttavia, in questo specifico caso la colpa viene attribuita ad un'intera categoria ovvero al genere maschile.
Come non possiamo considerare le dichiarazioni rilasciate da artisti noti nel panorama mediatico come ad esempio, giusto per citarne alcuni, quella del cantante Piero Pelù, che prontamente ha affermato "mi vergogno di essere uomo" o del cantante Francesco Renga che ha detto "scusa Giulia".
Io non sono per il politicamente corretto e non mi vergogno assolutamente di essere uomo... che sia chiaro!
Il senso di colpa è uno strumento utilizzato dal potere globalista per imporre la loro visione del mondo.
È il loro "modus operandi" che puntualmente si ripete.
Lo hanno fatto quando il nord Italia ha etichettato terrone il sud Italia
Lo hanno fatto quando il Nord Europa ha etichettato il Sud Europa come Paesi PIGS (paesi maiali)
Lo hanno fatto quando ci hanno detto che se non ci fossimo sierati avremmo fatto "estinguere la razza umana"...
Si devono solo vergognare coloro che fanno del male al prossimo, indipendentemente dal fatto che siano essi uomini o donne!!!
Alimentano il concetto dove ci vogliono far sentire in colpa delle nostre tradizioni culturali, delle nostre tradizioni greco-romane e cristiane tanto che il buonismo woke dilaga anche al sinodo dei vescovi a Roma tenutosi dal 4 al 29 ottobre, dove il predicatore domenicano padre Timothy Radcliff, all'insegna del politicamente corretto, ha dichiarato di essere profondamente consapevole dei suoi limiti personali chiedendo scusa per essere anziano, bianco, occidentale e uomo ed aggiungendo: "non so che cosa sia peggio. Tutti questi aspetti della mia identità limitano la mia comprensione. Vi chiedo quindi perdono per l'inadeguatezza delle mie parole".
Ad oggi, secondo il pensiero di quanto affermano questi individui del politicamente corretto, si ritiene che la cultura greco-romana sia alla base del razzismo, della supremazia dell'uomo bianco, del mito dell'uomo forte e quindi del patriarcato e perciò meritevole di essere abolita.
Ciò che lascia interdetti di tutta questa storia è che da subito si sta cercando di strumentalizzare il terribile omicidio della povera Giulia Cecchettin per meri scopi politici infatti, dopo le dichiarazioni della sorella, Elena Cecchettin la quale ha dichiarato che "Filippo non è un mostro, non è malato, è figlio sano del patriarcato" tutto come se si fosse seguito un copione già prestabilito, si sono mobilitati scuole e istituzioni tanto che addirittura in Friuli la giunta Fedriga stanzia immediatamente 228 mila euro per lezioni gender nelle scuole attribuendo la colpa di quanto accaduto al patriarcato. Ma quale patriarcato se non esiste più? Filippo non è la manifestazione dell'uomo forte ma del suo esatto contrario, Filippo è stato debole, non ha saputo gestire le proprie emozioni, non ha saputo accettare un rifiuto, la fine di una storia, lui è il figlio di una società malata ormai degradata che ha perso i suoi punti di riferimento, dove i genitori sono spesso assenti presi dal lavoro, dagli impegni in questo turbocapitalismo che stiamo vivendo nostro malgrado che ha alienato il genere umano anche attraverso l'utilizzo smodato dei social.
Come sappiamo la cultura gender tende al neutro dove si abbatte sia l' identità femminile che quella maschile perché avendo alla base un principio solo esclusivamente culturale del proprio sesso rende gli uomini fluidi, aperti ad una sessualità indistinta e indefinita tanto da produrre un genere umano sempre più manipolabile.
Io ovviamente non ho le prove che quanto accaduto sia all'interno del classico schema problema- reazione-soluzione ma è comunque un dato di fatto che tale avvenimento, esasperato massmediaticamente verso l'opinione pubblica, ha generato un onda emotiva collettiva che ha spinto sin da subito, come ho precedentemente affermato, a delle scelte politiche ben definite in linea con il pensiero globalista. Pertanto cerchiamo di non perdere e di mantenere sempre alta la nostra capacità di discernimento senza farci dominare dalle emozioni del momento.
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