In questo articolo riprendo la tematica ambientale e del clima trattata nel mio ultimo scritto perché nel frattempo, sabato 19 luglio, ho partecipato, in qualità di relatore, ad una conferenza dal titolo “La Fine della globalizzazione: la nuova struttura geopolitica - sulla transizione economica, ambientale e sociale: le nuove prospettive per l'umanità” organizzata da Luigi Baratiri con il patrocino del comune di Giulianova.
Nella suddetta conferenza ho avuto il piacere di conoscere ed ascoltare tra i vari relatori anche il prof. Nicola Scafetta, professore di fisica dell'atmosfera e oceanografia all'università Federico II di Napoli.
Nell'occasione il professore, mostrando dati scientifici, ha smontato le enormi sciocchezze che si stanno divulgando nell'ambito del cambiamento climatico, nello stesso ambiente scientifico, dove esso viene esclusivamente attribuito alle attività antropiche dell'uomo.
Ha spiegato, tra le altre cose, che le alte temperature di questa stagione che stiamo vivendo sono del tutto normali, è già accaduto altre volte in passato e anzi, in tempi ancora più remoti, ce ne sono state addirittura di più alte, come ad esempio nel periodo romano dove le temperature erano più alte di oggigiorno, oppure come ad esempio nella micro era glaciale accaduta in Europa tra il 1600 e il 1800 con bassissime temperature registrate.
In particolare mi ha colpito un passaggio del suo intervento dove sottolinea il fatto che, una cosa è parlare di “Cambiamento Climatico”, cioè lo studio del clima sulla Terra nelle sue varie ere storiche e un'altra cosa è parlare del “ Cambiamento Meteorologico”.
Nel primo caso, essendo una materia scientifica che si rifà a studi e dati di ricerche specializzate servite a calcolare le varie temperature ambientali avvenute sulla Terra, ha evidenziato il fatto che non esiste nessuna prova che questi cambiamenti, che ci sono sempre stati, oggi siano attribuibili alle attività umane. Inoltre ha affermato che non avendo un altro pianeta Terra senza vita umana è impossibile confrontarlo con il nostro.
Tutti i modelli climatici teorici non sono supportati da prove scientifiche replicabili, si contraddicono fra di loro e nessun di essi prova che la CO2 immessa nell'atmosfera sia la causa del cambiamento climatico.
Cosa ben diversa invece è la meteorologia, dove i cambiamenti meteorologici temporanei potrebbero anche avere delle cause antropiche causate ad esempio dalla geoingegneria climatica, la cosiddetta guerra del clima, in corso ormai da almeno un decennio, dove vengono impiegate per tale scopo anche le cosiddette “scie chimiche”.
Lo scopo del convegno è stato quello di cercare, quanto più possibile, di dare una visione completa degli accadimenti in corso cercando di unire tutti i puntini di un disegno molto complesso che può essere visualizzato solo attraverso un approccio multidisciplinare che va dalle conoscenze economico-monetarie alla base del potere oligarchico globalista a quelle geopolitiche, ambientali, territoriali e spirituali.
Per tale ragione voglio riportare anche un'altra valida testimonianza riportata al convegno che è stata quella del noto alpinista ed esploratore abruzzese, Davide Peluzzi, il quale ha affermato che, “il ghiacciaio del Gran Sasso non è morto” contraddicendo palesemente la vulgata del mainstream, avendolo visto con i suoi occhi e misurato personalmente calandosi in un crepaccio, in una delle sue numerose esplorazioni.
Tutto questo ci deve far capire che il terrorismo mediatico non si ferma e per loro la parola d'ordine è sempre PAURA! Continuano imperterriti a portare avanti i loro piani lavorando sempre sul senso di colpa e sul terrore per tenere sempre basse le vibrazioni che come ben sappiamo servono loro da nutrimento.
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