È finito il tempo delle parole, è ormai giunto il tempo del “sentire”. Cosa intendo quando affermo che è giunto il tempo del sentire, certo non mi riferisco al canale uditivo che percepisce il suono, tramutando l'ascolto in segnali cognitivi rielaborati dal nostro cervello. Questa è tutta dinamica celebrale, nozionistica rielaborata in base alle nostre esperienze vissute, problemi personali e tanto altro. Fondamentalmente il cervello, rielaborando tutti i dati sensoriali che arrivano dai cinque sensi, percepisce una realtà spesse volte deviata in base alle informazioni che giungono, soprattutto in questo periodo storico, dove il pensiero unico globalista domina attraverso la sua propaganda. Essenzialmente il nostro cervello opera come quello di un computer e se vengono inseriti dati non corretti, il risultato sarà pessimo.
Fiumi di parole hanno inondato la nostra esistenza, soprattutto in questi ultimi quarant'anni attraverso lo sviluppo della tecnologia digitale e dell'era informatica. Un eccesso di informazione che ha invaso tutti noi, dove si trova tutto e il contrario di tutto, ha generato ancora più confusione e frustrazione soprattutto in quelle anime che, non avendo i giusti strumenti di difesa, soprattutto spirituali, sono vittime e in balia della confusione generale. Molti ormai sono caduti nella condizioni dei cani di Pavlov, sono catatonici, bloccati e negativi. Gli stati depressivi aumentano a dismisura, per non parlare dell'altissimo aumento dei suicidi anche tra le fasce giovanili. Stiamo esattamente vivendo i tempi profetizzati dalla Madonna di Fatima quando riferì che “I vivi invidieranno i morti”.