Di Michele Lamanna
Nello scorso mese di giugno, come forse alcuni lettori di questo blog ricorderanno, ci eravamo attardati sulla proposta formulata dal Presidente della Consob, Paolo Savona, circa l’ emissione di BTP “irredimibili”, ovvero, Titoli di Stato perpetui che non prevedono la restituzione del capitale (1).
Su quella proposta avevamo espresso le nostre riserve, non solo e non tanto per le dubbie prospettive di successo della collocazione del titolo; ma , e soprattutto, per il presupposto sottinteso alla sua emissione, ovvero, la permanenza nella unione monetaria che costringe i cittadini italiani, peraltro già contribuenti, a comprare la moneta necessaria per sostenere la spesa pubblica ricorrendo ai propri risparmi.
A maggior supporto delle sue argomentazioni , il presidente della Consob ha recentemente scritto un libro intitolato “Illuminismo economico”, che ci consente ulteriori, utili riflessioni.
Come scrive lo stesso autore nella introduzione del libro, “ Il titolo poteva essere anche diverso: Esportazioni e risparmio in un mercato e pranzi gratis…( il “ non esiste un pranzo gratis” di Milton Friedman)”.
Usare l’ espressione “ pranzi gratis “, ed evocarne il suo coniatore , noto esponente della liberista scuola di Chicago, induce a comprendere, sin da subito, ove voglia andare a parare tutto il discorso e la sostanziale non novità dello stesso ( immancabilmente farcito con l’ ipocrita morale liberista del debito lasciato ai nostri figli e nipoti, con la “rottura del patto generazionale che lega i membri di ogni società civile”, con la colpevolizzazione del popolo, reo di pretendere servizi “ come se non esistesse un vincolo nella scarsità delle risorse”, etc.).
La tesi centrale del libro è che per uscire dalla crisi economica, aggravata dai lockdown ( sciagurati aggiungiamo noi) adottati dal governo per fronteggiare la pandemia, si debba puntare da un lato sulle esportazioni, atteso il saldo costantemente attivo della parte corrente della bilancia dei pagamenti; dall’ altro, sul cospicuo risparmio delle famiglie onde ridurre il debito pubblico ( da qui la proposta della emissione dei titoli irredimibili).
La retorica sulle virtù delle esportazioni è tanto diffusa nel mainstream, quanto quella della dannosità dell’ indebitamento pubblico.
Lo stesso Presidente Consob ammette che “se è vero che le esportazioni si sono mostrate la via di uscita dalla crisi, lo è altrettanto il fatto che la loro dimensione non è sufficiente a imprimere una spinta per una maggiore crescita del reddito e dell’ occupazione; occorre siano accompagnate da un’ incisiva ripresa degli investimenti.
La domanda interna non potrà svolgere un ruolo alternativo, come negli Stati Uniti, se i salari non crescono e non si amplia la struttura produttiva. Salvo che non si rilancino le opere pubbliche e gli investimenti privati, le risorse di risparmio interno inutilizzate rimarranno tali e defluiranno all’ estero. Se la politica saprà replicare i metodi che hanno permesso la realizzazione in tempi record (per l’ Italia) del ponte di Genova, nel giro di un biennio saremo fuori dalla crisi reale.…..
In buona sostanza, la ricetta sarebbe quella di utilizzare il risparmio dei cittadini italiani ( ben euro 4.445 miliardi ) sia per potenziare le esportazioni, sia per sostenere i nuovi investimenti, sia per ridurre il debito pubblico in essere ( i presunti “pranzi gratis”).
Purtroppo, però, il più delle volte, si arriva a parlare di esportazioni e di debito pubblico saltando a piè pari i presupposti contenutistici sia delle prime ( sulle quali ci soffermeremo in altra occasione) che, soprattutto, del secondo .
Un debito nasce quando bisogna procurarsi qualcosa di cui si necessita ma di cui non si dispone.
In estrema sintesi, lo Stato, per poter perseguire gli obiettivi di politica economica e sociale, ha bisogno di denaro , che, tuttavia, non può emettere autonomamente, posto che l’ emissione monetaria è prerogativa della Banca Centrale.
Ma quest’ultima ( così come anche quelle commerciali in via endogena) emette la moneta, e la immette del circuito economico, prestandola: tutta la massa monetaria in circolazione è monetadebito.
Ne consegue che quando lo Stato ha bisogno di soldi è costretto ad indebitarsi: da qui il debito pubblico.
Se lo Stato emettesse direttamente la propria moneta, se lo Stato cioè fosse dotato di sovranità monetaria, il debito pubblico non esisterebbe.
Sulla base di questa premessa, “i pasti gratis” rappresentano una elucubrazione di chi intende ancora giustificare un privilegio ( il diritto di emettere moneta prestandola) sulla base di una presunzione di saggezza , che tanto ricorda quella di Giulio Einaudi, banchiere come anche il Presidente Consob è stato, quando ebbe a dire “ alla rarità dell’ oro si è sostituita la saggezza dei governatori ( della Banca Centrale – n.d.r.)”.
Ed infatti, scrive il Presidente della Consob : “...l’ obiettivo assegnato agli istituti di creazione monetaria , le banche centrali, è la stabilità del metro monetario, ossia il controllo dell’ inflazione, perseguibile in modo indipendente in attuazione del fondamento democratico della no taxation without representaion, nessuna tassa può essere imposta se alla decisione non partecipa chi la deve pagare; l’ inflazione opera infatti come una “tassa occulta”, un’ imposizione fiscale senza che alla decisione partecipi chi la subisce."
A parte le considerazioni circa la natura e gli effetti dell’ inflazione, certamente meno drammatici di quelli della deflazione, ci chiediamo: come può ritenersi soddisfatto il rispetto del principio democratico se la Banca Centrale ( che non è eletta dal popolo) è indipendente dalle istituzioni democratiche ( che sono elette dal popolo)?
L’ illuminismo del Presidente della Consob appare, francamente, alquanto spento; ma non ci meravigliamo: è un banchiere!
(1) www.cosimommassaro.com : Paolo Savona: quando la fantasia non ha limiti – articolo del 23 giugno 2020 di Michele Lamanna
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