Secondo
una profezia del prof. Giacinto Auriti, questo è solo il risultato
di una strategia programmata dal vertice bancario
Stiamo vivendo giorni drammaticamente duri. Il risultato di una vera e propria guerra, in questo caso di stampo economico-monetario, che sta portando alla distruzione tutto il nostro tessuto economico, sociale e culturale.
Il prof. Giacinto Auriti in un suo articolo scritto per “L'ALTERNATVA” nel 1979, profeticamente aveva avvertito cosa sarebbe accaduto al nostro amato paese se si fossero seguite quelle politiche economico-monetarie dettate dai vertici bancari.
Il titolo dell'articolo è eloquente “L'ITALIA. MEZZOGIORNO D'EUROPA- La miseria nazionale programmata dal vertice bancario”.
Il professore afferma testualmente che l'ingresso dell'Italia in Europa con la propria moneta nell'area dei cambi fissi, cioè il cosiddetto serpente monetario sarebbe stata: “...una vera e propria iattura, tale da relegare definitivamente il nostro già stremato Paese nell'area del terzo mondo e del sottosviluppo”.
Per far comprendere meglio a cosa si riferisce il professore dobbiamo necessariamente chiarire, almeno brevemente, alcuni punti fondamentali in ambito economico-monetario.
1) “L'inflazione” ( la perdita del potere di acquisto di una moneta e l'aumento dei prezzi di beni e servizi) e la “Deflazione” ( la diminuzione della massa monetaria circolante nel tessuto sociale) sono ambedue fenomeni di politica monetaria interna ad un paese.
Attraverso l'inflazione, controllata, i risparmiatori sono incentivati ad investire in proprietà, beni di consumo oppure in attività produttive, incentivando di fatto, direttamente o indirettamente, l'economia di un paese.
In un periodo di rarità monetaria, cioè di deflazione, la domanda interna scende, i consumi diminuiscono, le aziende sono costrette ad abbassare i margini di guadagno e a tagliare il costo del lavoro causando licenziamenti e diminuzione degli stipendi. Tutto questo naturalmente si ripercuote negativamente nella società, abbassando notevolmente gli standard qualitativi di vita degli abitanti di una nazione.
2) La “Sottovalutazione” e la “Sopravvalutazione” di una moneta, sono fenomeni di politica monetaria che riguardano i rapporti di cambio tra monete di diverse nazionalità.
I paesi con monete forti, hanno tutto l'interesse ad importare prodotti dai paesi che hanno monete “Sottovalutate”, contribuendo all'incremento della loro produttività e della loro ricchezza attraverso l'aumento dell'esportazione .
Invece, nei paesi con monete “Sopravvalutate”, si tende a fenomeni economici recessivi, se non si difendono i propri prodotti dalle invasioni di merci provenienti dai mercati con moneta sottovalutata. Questo, in parte, è quello che sta accadendo anche al nostro paese grazie all'euro forte, sfruttato dal “dio” mercato senza nessuna regola e senza una visione d'insieme per il benessere generale dell'intero sistema paese. Quando si importano merci cinesi, olio tunisino, arance dal Marocco e tanto altro senza nessuna analisi generale, stiamo automaticamente affossando la nostra produttività e la nostra ricchezza.
3) La concomitanza del fenomeno dell'Inflazione e del ristagno produttivo, causato dalla rarità monetaria, generano la “Stagflazione”, ed è esattamente quello che sta accadendo attualmente a noi in questo periodo. Il professore nel 1979, riferendosi a tale fenomeno, predisse che:
“ Esattamente ciò che, a nostro avviso, si verificherà in Italia dopo il nostro inserimento nel sistema monetario europeo, così come programmato e accettato dal nostro Governo. Una politica dei cambi fissi conviene ai paesi con moneta forte, cioè a dire con organizzazioni sindacali non classiste, come la Germania. Ma per il nostro paese, con un Partito Comunista ideologicamente legato agli schemi leninisti e con sindacati strutturati ancora anacronisticamente sulla teoria del plusvalore di Marx , è facile profezia emettere una prognosi infausta nel caso che la nostra moneta sia inserita definitivamente nell'area del serpente monetario europeo, avendo un vicino incomodo come la Germania. Vedremo i nostri mercati invasi da merce tedesca a prezzi inferiori a quelli dei nostri costi di produzione. Solo su queste premesse si possono comprendere le vere ragioni per cui gli Inglesi -che notoriamente in materia monetaria non sono sprovveduti- hanno rinviato alle calende greche l'inserimento della propria moneta nel serpente europeo”. Infatti l'Inghilterra non ha mai utilizzato l'Euro come moneta. Questo tipo di programmazione economico-monetaria, voluta da una parte della nostra politica, ha giovato alla Germania e al vertice bancario, attraverso l'esplosione del debito sia pubblico che privato.
E' necessario andare oltre le scuole economico-monetarie moderne, da quella keynesiana e post-keynesiana che mirano ad una spesa statale a deficit e alla piena occupazione e prima che sia troppo tardi, conviene rinnegare totalmente la Scuola di Chicago e Maastricht che hanno puntato tutto su una “filosofia iperliberista”, sul pareggio di bilancio e che ha imposto un mercato senza regole - basti pensare alla tanto menzionata “deregulation” iniziata verso la fine degli anni ‘70 con il presidente americano Ronald Reagan, seguito a ruota dalla Gran Bretagna con il Governo Thatcher .
Su queste basi culturali Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta decisero, nel 1981, di dividere il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia. Questo atto spianò la strada anche in Italia all’iperliberismo economico voluto e fomentato da poteri sovranazionali. (1)
In seguito nel 1992 si stabilirono i devastanti parametri di Maastricht di cui Craxi ebbe a dire nel 1997: “Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, arriveremo al paradiso terrestre, l’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, per noi nella migliore delle ipotesi sarà un limbo nella peggiore delle ipotesi l’Europa sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo perché la cosa più ragionevole di tutte era quello di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese – perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa l’Europa ha bisogno dell’Italia – pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht”.
L'attuale moneta che utilizziamo è solo un Marco travestito da Euro, i parametri di Maastricht hanno agevolato solo la Germania con un cambio di un Euro per un Marco e penalizzato l'Italia con cambio, di un Euro per 1936,27 Lire, così facendo si è dimezzato il nostro potere di acquisto.
Da tali politiche scellerate ne deriva anche la svendita di tutti gli asset strategici nazionali e di tutto il made in Italy.
Per uscire fuori da tale situazione occorre avere un governo forte , consapevole e sostenuto da una popolazione che ritrovi il senso della Patria. Bisogna cambiare direzione per ridare vigore al nostro Paese ed un futuro ad i nostri figli, a cui è stato tolto anche il diritto di sognare.
Cosimo Massaro
Nota 1) Parti estrapolate da mio libro “Che cos'è il Signoaraggio bancario” Edizioni Sì
(Articolo pubblicato su LA GRANDE LUCANIA anno 4 -Numero 10 del 7 Dicembre)
Purtroppo la VERITA' FA MALE .....articolo veramente veritiero ,ma siamo nelle mani di Draghi ideolato dagli Italian come il salvatore d'Italia...
RispondiEliminaBuongiorno Cosimo, non concordo con l'affermazione "un cambio di un Euro per un Marco". Da tedesco mi ricordo bene il cambio DM (marco tedesco) a euro che non era 1:1 ma bensi quasi 2:1 .., infatti la bundesbank ancora oggi conferma: "The official exchange rate is €1 = DEM 1.95583.". Inoltre, a quel tempo il cambio tra lire e DM era circa 1000:1 ... perciò mi sembra che il cambio imposto per la lira di 1936,27:1 è simile a quello tra euro e DM. Infatti non solo chi vive in Italia, ma anche chi vive in Germania ha sentito molto bene lo shock del cambio, ovvero l'aumento di quasi due volte di tutti i prezzi. Grazie, Jens
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